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sabato 21 marzo 2020

diario di quarantena

settimana #1

perché oramai non c'è comunicazione importante che non cominci con l'Inno di Mameli per ricordarci di restare uniti nella separazione, nonostante la distanza e che andrà tutto bene.


ndr: sono una ladra di idee, ho rubato questa di fare un diario fotografico allo Scapigliato.
Vorrei conservare alcune immagini perchè mi sono accorta che, forse per difesa, forse per immaturità, forse perchè sono temprata da dai mesi di sessione esami di ingegneria..  ancora non l'ho ben capito di essere in quarantena.
forse perchè sono tanto presa dal lavoro, ma ancora non riesco ad interiorizzare che l'umanità tutta sia sotto l'assedio di un virus, che la gente soffra davvero, muoia davvero.. forse non ho toccato con mano il sacrificio.
Forse comincio a capirlo solo oggi. siamo al GIORNO 7  di quarantena.



-Un ultimo giorno spensierato..
sì, è proprio il caso di definirlo così, la settimana precedente avevano interrotto i festeggiamenti di  Carnevale e si sono annullate tutte le manifestazioni connesse.. come se proprio quella sera non fossi andata a Santhià per il Carnevale -e non solo..-

Torniamo al golf, approfittando della sospensione della sessione esami -per sopraggiunta epidemia di COVID-19- ho accompagnato lo Scapigliato, che è un ottimo giocatore di golf, in un Golf Club immerso nei boschi, un posto che definire ameno è dir poco.
Qui ci sono io che mi cimento in un colpo da principiante.. MA prendo la palla al primo colpo.
quella è stata proprio una bella giornata.. piena, limpida, fresca, riposante.. la voglio ricordare perché è stata proprio perfetta. Perché ho accompagnato una persona a cui voglio bene e a cui mi sento affezionata a fare qualcosa che ama, ho visto qualcosa di lei, nella sicurezza del movimento,  nelle piccole recriminazioni per un movimento giudicato goffo -che a me pareva perfetto- la determinazione dello sguardo, gesti e modi che non avevo mai visto prima. che mi hanno coinvolta più intensamente.
Quella notte è arrivato il primo decreto e la provincia di Vercelli è stata messa al bando. Lo Scapigliato è tornato a casa e non ci siamo ancora rivisti.



Ovviamente le prime reazioni alla diffusione del contagio sono  state CAZZONE e non me ne pento, abbiamo davvero dato una botta all'esportazione del Made in Italy, lo abbiamo portato ovunque.
Magari scopriamo che lo abbiamo esportato noi in Cina..
In realtà ci siamo mossi solo un po' prima degli altri Paesi, per merito il nostro senso di allarmismo congenito.. siamo tutti figli di mamme italiane, va da sè che al primo colpo di tosse ci siamo lanciati a  fare i TEST da coronavirus e via con le quarantene, tracciamento dei contagi etc etc.
Al via anche i saccheggi dei supermercati, anzi il saccheggio di un paio di supermercati immortalati nei paesi colpiti dalla prima quarantena e prontamente imitati nel resto d'Italia.

Additati come degli untori dal Resto del Mondo, forse per una volta tanto ci siamo mossi per tempo e sensatamente...
I nostri cugini francesi invece  no.... Parbleu!
Raduno dei Puffi per il GWR 
ce li ricorderemo in tanti, tutti blu incuranti del rischio, li sfotteremo a vita per questo.. un po' come per la testata di Zidane ai mondiali 2006. 
Si dice che gli italiani abbiano la memoria corta.. ebbene non è così. gli italiani ricordano!

Io ricorderò che la prima settimana dall'annuncio del primo caso di COVID-19 sono andata regolarmente a lavorare, ma che in treno c'era pochissima gente.
Ricorderò una mattina che alle 7:55, orario di punta della metro, gli altoparlanti che solitamente mandano canzoni allegre per accompagnare lavoratori e studenti, intonavano all'unisono l'Inno di Mameli e le vetture in cui fino al giorno prima si entrava pressione lasciavano abbastanza spazio per allargare le braccia.
Ricorderò che mentre viaggiavo in treno, ho avuto un colpo di tosse e la signora che era seduta dietro di me si spostò.
Così come ricorderò la fuga da Milano (ormai divenuta zona rossa) di quei disgraziati, veramente IDIOTI, che hanno ben pensato di scappare dal nord per tornare al sud e già che c'erano di spandere i contagi del coglionevirus..
Nessuno dice che il sud sarebbe stato immune dalla diffusione  dell'epidemia, ma forse  sarebbe stata più lenta, forse avrebbe riguardato poche decine di casi, forse, ma chissà non lo sapremo mai.
all'elenco dei suddetti stronzi si aggiungono anche quelli che incuranti delle nuove leggi si fanno gli stracazzi propri e se ne vanno ancora in giro a tampasiare e ciolliare, cioè a non fare niente, ma in giro.
Ricorderò che per lavorare avevo bisogno del lasciapassare, ma in ufficio non andava la stampante, i centri per le stampe erano chiusi e io mi aggiravo in bici per le strade della città  sprovvista del suddetto foglio. una perfetta fuorilegge.
poi mi si è rotto il copertone della bici ed è scoppiata la camera d'aria. Questo è successo il giorno prima della chiusura di tutte le attività commerciali non necessarie alla sussistenza; nelle ultime ore prima dell'entrata in vigore del decreto ho portato a riparare la bici, ma per andare a lavoro ho dovuto comunque prendere i mezzi pubblici:

tram delle 8:15 infrasettimanale.

Remote working
Ho lavorato per una settimana in uno studio vuoto, c'ero solo io poi il capo ci ha comunicato che saremmo rimaste a casa e che avremo lavorato da remoto, così mi sono attrezzata col televisore di casa. ed è cominciata la clausura.
Con essa sono arrivati i flash mob in balcone, una sera si fa musica, l'indomani si applaude, ora si canta, poi si fa luce. Si salutano i vicini che in questa occasione si affacciano dai loro balconi e noti per la prima volta quanta gente viva nel tuo quartiere, quando essendo tutti costretti in casa, si illuminano le stanze e c'è vita nelle stanze solitamente deserte.
La mia coinquilina ha deciso di lasciare casa nostra perché non si sentiva sicura con due lavoratori in casa.
Lei si è trasferita dal ragazzo che abita qua vicino.
Il mio coinquilino ed io siamo rimasti a casa, non siamo tornati alle nostre città e ci teniamo compagnia come possiamo quando ne abbiamo voglia.
Per prima cosa dal momento in cui è cominciata la nostra quarantena abbiamo deciso di dare una bella pulita alla cucina, non mi stupirei se la prossima arma biologica letale fosse sintetizzata a partire dalle colonie batteriche dell'unto ostinato della nostra cappa.
operazione BONIFICA -parte1
Come praticamente tutti gli italiani ci siamo messi a pulire e lustrare in modo maniacale ogni angolo. il processo è lungo e per la verità non è ancora finito. Oggi dovremmo continuare con l'operazione di bonifica.
poi abbiamo ovviamente fatto anche i coglionazzi sia perché ci riesce bene, sia perchè le nostre famiglie sono in pensiero ed una rassicurazione è più efficace se fa anche sorridere.

Saint Patrick Day
Da sottolineare il fatto che ho disinfettato le lattine di birra una per una prima di riporle in frigo, ma non ho avuto la stessa cura per il pacchetto di patatine al formaggio. me ne sono dimenticata.
PS:
Lunga vita ai pigiamoni di pile molto vistosi ed imbarazzanti e alle felpe vecchissime ma sempre comode.
PS2:
il rapporto che c'è tra me e il mio coinquilino è come quello che esiste tra due vecchi coniugi, esattamente come una vecchia coppia sposata e perfettamente rodata.

Passati gli scherzi poi si rimane ognuno per conto proprio, sentire il TG è come sentire un bollettino di guerra, siamo in guerra suggerisce qualcuno, Forze dell'Ordine per le strade per limitare la circolazione ancora eccessiva, vicini che denunciano altri vicini perché escono troppo spesso di casa , l'esercito per trasportare le bare dagli ospedali ai forni crematori.
Ovunque si parla solo di contagi, morti, manovre del governo, consigli di vita da attuare per superare indenni la quarantena. Sui social prima erano meme divertenti, poi foto di pizze, aggiornamenti sulle doti culinarie, allenamenti domestici, poi notizie, dati, articoli..
 Si parla di "eroi" che non vogliono essere chiamati eroi, ci si dimentica che se oggi la situazione degli ospedali è quella che è, è solo grazie alle precedenti scelte amministrative, tagli, sprechi, regionalizzazione, privatizzazione.
paghiamo le tasse altissime ma abbiamo bisogno di fare le donazioni per sostenere i nostri ospedali.. 



loro purtroppo fanno il loro lavoro e lo fanno in un tempo duro.
Quello che noi potremmo fare è  pretendere serietà da chi ci governa, fare nostra la riconoscenza che proviamo e metterla in pratica attraverso il rispetto ora e sempre.

***

Così sono passati i giorni e adesso non c'è altro argomento che la QUARANTENA, ci sto perfino scrivendo un post.
La verità è che, come dicevo, a me non turba ancora troppo l'isolamento, mi turba il continuo sentirne parlare, mi turba il fatto di non poter creare una bolla di normalità in tutto questo disordine.
La nostra vita è cambiata da una settimana e sembra che stiamo lottando da decenni, la gente fa cose a caso, catene di tag, minchiate a caso e onnipresente retorica di circostanza.. e mi da fastidio perché mi costringe a pensare di vivere una vita stravolta da qualcosa quando il vero stravolgimento non lo abbiamo mai toccato.
Non fischiano le bombe sopra le nostre teste.
Non crollano i pavimenti sotto i nostri piedi.
Mi da fastidio perché in questo stravolgimento io voglio trovare un mio equilibrio, non voglio essere perseguitata da persone che  non ne hanno mai  avuto uno.
Nonostante sembri sprezzante sono in ansia, perché dalla prossima settimana potrebbero chiudere anche i cantieri e potrei restare a casa senza lavoro. senza stipendio.
la cosa mi preoccupa? sì molto.
mi metto a fare catene su instagram? no!

Ho paura per l'incertezza dei tempi necessari a superare questa quarantena perché sembrano protrarsi, perché nonostante non sia sola a casa sono lontana dalle persone che amo, perché i miei genitori sono anziani, perché vorrei abbracciare la persona che mi fa battere il cuore, è vicina, terribilmente vicina ma non posso arrivare a toccarla.
Ma nonostante questo io vorrei provare ad essere tranquilla, tanto siamo tutti nella stessa situazione di merda e c'è poco da fare; pace all'anima.

Quindi sono tornata a fare yoga e a scrivere gli elenchi puntati di quello che faccio o che potrei fare come quando ero depressa nera..quando ero depressa mi aiutava molto sapere di aver fatto delle cose anche piccolissime e di non essere rimasta completamente ferma..
Qui le raccomandazioni del nostro Governo per non lasciarci troppo andare in questo periodo di chiusura.





Internet è un posto bellissimo, anche e soprattutto in quarantena, ma anche Catania non scherza:


Catania, porticciolo di Ognina.


Dettagli folcloristici a parte, se la mia vita di convivenza va alla grande, nella tranquillità e nei giusti spazi ben condivisi, la mia vita di coppia è decisamente sublimata, ci sentiamo tutti i giorni al telefono, ci scriviamo, ma manca come l'aria la componente fisica. non sono giorni semplici per entrambi, non sono giorni facili per nessuno.
Ma in qualche modo ci si assesta, ci si adegua  tutto, anche a questo.

Il sesso è stata la prima mancanza -grande e grossa- che ho provato. È fatto certo e sicuro che non sono l'unica della coppia a patire  questo aspetto.
Poi con un po' di fantasia ci siamo spinti a cosa faremo quando potremo riabbracciarci..
La parola d'ordine è compiacere e non vedo l'ora che sia quel momento per mettere in pratica quanto detto e immaginato, ne avremo per un po' e saranno tinte sofisticate e forti.

Poi anche l'ormone scende e comincia a mancarti il sapore, l'odore, la persona con i suoi gesti.
La voglia di sesso non passa mai, ma si ha il tempo di pensare e di lasciare fluire quello che si prova.

Mi scopro innamorata perché lo ero già e forse non ho mai smesso davvero di esserlo. ci si scambia parole dolcissime a notte fonda e rigorosamente per iscritto perché siamo timidoni, abbiamo paura di aprirci e aprirsi sui sentimenti è rischioso sempre.. coi nostri trascorsi è potenzialmente letale.
Si messaggia fino a notte fonda.
Ieri ho anche confessato di essere innamorata e avrei voluto dirlo a voce, trovare il coraggio per dirlo a voce, ma ho avuto paura del protrarsi di questa quarantena, ho avuto paura dell'incertezza e ho voluto dare un punto fermo, fermissimo al mio sentire.

questa foto mi piace tantissimo è  bellissima



Si scambiano foto un uno degli ultimi giorni liberi, in cui ci si potevano scambiare fluidi e virus in una discoteca al chiuso, tutti ammassati ignari dell'apocalisse che stava per scatenarsi.
Felici per esserci cercati, per esserci trovati. per avere passato insieme un compleanno importante.. felici e basta.







non ho riletto il post. ma scrivo da stamattina
perdonate gli errori e i refusi.
ciao







7 commenti:

  1. chi l' avrebbe mai immaginata una situazione del genere? Sembra di vivere in un film, una di quelle esperienze che pensi "a me non accadrà mai" e poi, quando ti succede, non te ne puoi capacitare. Qui abbiamo vissuto il terremoto 11 anni fa ed è stato devastante, sembrava tutto così grottesco; ma il terremoto è un momento, sono pochi secondi di terrore poi finisce. Questo periodo che stiamo vivendo è molto peggio perché sembra che più si scende in basso e più c'è da scavare.

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    1. Paradossalmente saremmo stati più preparati in caso di guerra.. le guerre ci sono familiari, invece siamo finiti sul set di "virus letale" e sta decisamente durando troppo!
      Secondo me non stiamo vivendo qualcosa di brutto come il terremoto, e lo dico pensando ai nostri terremoti etnei (che sono stati ben poca cosa rispetto al terremoto dell'Aquila).
      il terremoto è qualcosa che non ti aspetti e distrugge tutto in un momento; questo virus invece è nato, arrivato e sviluppato in giorni. nessun terrore nella notte.
      Però dopo il terremoto ci si rialza e si scavano le macerie, ci si muove.. interrompe la vita ma per pochi minuti, si ha l'idea che ci si possa proteggere fuggendo.
      qui no.
      non possiamo uscire, non possiamo scappare, non possiamo ricominciare fuori. possiamo solo aspettare.
      tutto il mondo aspetta.
      Ma le nostre non sono generazioni abituate a fermarsi.

      Un abbraccio forte :)

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    2. Quando c'era il terremoto eravamo costretti a star fuori, oggi è l' esatto contrario. Il mondo si capovolge.

      Un abbraccio anche a te!

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  2. Penso che un sogno così non ritorni mi più.
    Mettevo la mascherina e cominciavo a lavarmi le mani.
    Lavarmi oh, oh
    pulirmi oh, oh
    nel bagno dipinto di bianco
    felice di stare lì dentro
    e mi lavavo, mi lavalo felice
    le mani e il viso
    e ancora di più
    mentre il mondo pian piano spariva lontano laggiù
    una musica dolce suonava soltanto per me
    Lavarmi oh,oh.
    Ma tutti i sogni all'alba
    finiscono perché
    Lo scienziato aveva trovato il vaccino
    e Covid 19 non c'era più.

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    Risposte
    1. la creatività ci viene in aiuto in questa quarantena!
      la tua è simpaticissima!

      mi hai strappato un grande sorriso, al prossimo flash mob canterò a squarcia gola!

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  3. .. per questo piace leggere il tuo blog..perche e' BELLO !
    Grazie Barbara
    Maurizio

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