Non so se a voi sia mai capitato di essere vittima di molestie.
A me sì, mi è successo 4 volte di essere seguita da perfetti sconosciuti, tre dei quali volevano parlare con me, uno di questi, sabato scorso, mi ha anche messo le mani addosso.
C'è chi considera molestie anche gli apprezzamenti non richiesti, urla, fischi in mezzo alla strada.
Io personalmente li trovo fastidiosi e invasivi, ma di questi ho perso letteralmente il conto.
Non sono bella.
Non sono neppure una pertica.
Non vado in giro mezza nuda.
Non do confidenza agli sconosciuti.
Non mi metto in mostra.
Ho una bella chioma, è il mio vanto. (unica cosa per la quale riconosco di essere notata)
Ma al molestatore non serve un pretesto per disturbare, gli basta vedere una donna che rientra la notte, percorrendo un tratto di strada da sola.
Il fatto:
Mentre ero assorta nei miei pensieri, sento lo scalpiccio di un passo svelto, ma ciondolante, ritmico, che si avvicina dietro di me, mi supera, si mantiene per qualche momento davanti a me ad una distanza pressoché costante, quasi camminasse con la mia andatura; in quel momento un pensiero si fa largo allontanando tutte le altre idee: "se questo qua mi volesse seguire, lo farebbe camminandomi davanti" comincio a tenerlo d'occhio.
Poi lui accelera, si ferma poco più avanti in corrispondenza di una traversa -l'unica traversa in quel tratto di strada- e si guarda attorno come se si fosse perso. Quando gli passo vicino ci scambiamo uno sguardo che gli sarà sembrato amichevole, perché in quel momento comincia a parlarmi, mi chiede se voglio prendere un caffè, come mi chiamo, quanti anni ho, se voglio andare a casa sua a prendere il caffè.
Mi sono già trovata in situazioni simili, mantengo la calma, do risposte tranquille, dico di no.. Ma lui insiste.
Sono a 50 metri da casa, è l'una e mezza di notte, ha piovuto e la pizzeria della zona ha chiuso prima, la piazza è deserta, anche il chiosco ha chiuso... cazzo!
Lui sta diventando insistente, il tono della voce è incalzante, sicuramente i mie coinquilini non saranno rientrati a casa, per strada non passa nessuno, sono sola, cazzo-cazzo
cosa faccio, dove vado?
In quel momento mi sono sentita combattuta combattuta perché non volevo portare il molestatore fin sotto casa mia, ma allo stesso tempo non sapevo dove andare, cosa fare.
Mentre penso a come cavarmi di impiccio, ormai siamo davvero a 10 metri dal portone, ecco che mi arriva una manata sul culo.
Mi volto, lo spintono e gli dico di starmi lontano.
Mi stupisce lo sguardo vitreo come fosse vuoto che aveva stampato in viso.
Risolto l'impasse in cui mi ero bloccata: fila a casa, ora, se vede dove abiti poi ci si pensa, intanto scappa e mettiti al sicuro.
Prendo chiavi e cellulare, mi infilo nell'androne illuminato. Lui, che era rimasto 5 o 6 metri alle mie spalle e forse non si aspettava che mi fermassi per spingerlo via, raggiunge il portone, legge il numero e poi non so cosa faccia, dove vada..
Io chiamo i carabinieri per segnalare un uomo molesto e spiego il fatto. Ma loro sono coglioni come nelle barzellette e non mi chiedono neanche come è fatto sto tizio. "manderanno una volante".
Di questo tipo ricordo tutto, altezza, lineamenti, le spalle spioventi, la camicia a quadri blu scolorita e i jeans, ma più di tutto ricordo il volto, la sua espressione insignificante e vuota, come se non sapesse neanche lui cosa stesse facendo.
Insomma non aveva la faccia di uno arrapato o sbronzo.. era strano.