Un minuto di silenzio per quelle coppie che non si baciano più con la lingua se non prima di fare "l'amore".
Per quelle bel bacio a stampo di volata prima di uscire o appena rincasati.
Un minuto di silenzio per chi lo ritiene normale.
Per chi si domanda se è normale e non si accorge dell'alienazione della propria esistenza.
E per chi si arrende alla menzogna della sicurezza, della ripetizione e dell'abitudine.
Un minuto di silenzio per chi è incastrato, si sente arrivato e sogna la libertà.
Per chi non ha abbastanza coraggio da aprire gli occhi.
E per chi racconta scuse a cui crede.
Un minuto per chi scalpita nell'animo profondo ma in superficie tace.
Per chi nutre le insicurezze aggrappandosi ad una idea che non gli appartiene.
E per chi si sente come se potesse conquistare il mondo, ma è bloccato e non ce la fa a muoversi.
Un minuto di silenzio per chi usa il cucchiaino piccolo nel barattolo della Nutella.
Per chi lentamente si spegne allo spegnersi delle passioni
Per chi si mette comodo per non rischiare e aspetta che qualcosa, nel mentre, cambi.
Comoda e pregiata, l'ideale per l'eterna attesa. |
Io per me stessa mi sono aggiudicata ore di silenzio, nei tanti anni di "felice fidanzamento" ho avuto modo di sperimentare tutto quello che ho scritto su (tranne i baci distratti a stampo, quelli no..)
Parte della felicità dell'ultimo periodo è legata al fatto che l'essermi lasciata è stato come resuscitare, recuperare una parte di me che avevo sacrificata, e al capire che tutto il dolore che provavo e che ritenevo mi fosse stato ingiustamente inflitto è stato necessario per rendermi libera.
Ero molto innamorata ma oggettivamente ero anche la Regina degli Infingardi: per la metà del tempo ero molto felice della mia relazione di coppia, ma per l'altra metà mi sentivo sommergere da un malessere tanto profondo quanto sfuggente.
Direte: «normale che accada», infatti la particolarità è che: quando stavo bene sognavo la fuga, sognavo che in qualche modo avrei lasciato il ragazzo con cui stavo e sarei stata ugualmente felice da sola o con qualcuno che amavo di più, che amavo meglio e da cui mi sarei sentita più amata e più accettata.
Poi, puntualmente, arrivava questo senso di inquietudine ed ero prostrata, mi pentivo delle fantasie che vedevano la storia d'amore finire malamente a causa dei i miei capricci, delle mie velleità e correvo a rintanarmi con la coda tra le gambe sotto le cortine della mia relazione.
Perché il mio lui era proprio un bravo ragazzo, davvero un buon fidanzato, mi sentivo in colpa alla sola idea di lasciarlo.. Aveva i suoi limiti, avevamo le nostre differenze, ma era una brava persona.
E come si fa a lasciare una così brava persona, che non ti ha fatto niente, che è innamorata di te e tu di lui solo perché "senti che a volte non è quello giusto?"
Non si fa, non si lascia, perché rischi anche di perdere quella stabilità e quella sicurezza che fino a quel momento hai tanto desiderato.
Mai ci fu pensiero più idiota.
Mai ci fu pensiero più comune.
Il continuo altalenarsi di "è lui quello giusto", "no, forse no", "incontrerò un giorno quello giusto"..
I sensi di colpa: "perché se lui è un bravo ragazzo io non sono felice ma sento il bisogno di scappare?" "perché sono così ingrata se lui mi supporta sempre"
che poi non è così vero che mi supportava.. era molto egocentrico, ma non lo vedevo.
La paura di rimanere sola, ma anche l'incrollabile senso di inadeguatezza logorano dentro.
E stavo lì a domandarmi se fossi matta o quantomeno anormale a desiderare scenari così estremi fino al giorno in cui mi sono innamorata di un altro.
Poi nell'ordine: ne ho avuto paura, mi sono sentita ancora più in colpa e ho perso un'occasione per dare una svolta alla mia vita che mi supplicava di essere cambiata. Ho fatto la cazzata più grande rimanendo con chi mi infondeva sicurezza.
E siccome oltre ad essere Infingarda ero anche Codarda anziché riconoscere i limiti della mia storia, mi ci sono buttata a capofitto, decisa più che mai a farla funzionare.
È sopravvissuta solo più altri due anni. poi è stato lui a scappare verso se stesso.
Un minuto di silenzio a chi si nasconde per non vedere il problema vero: ci si rassegna ad una aspettativa, ad un sogno o un ideale o un ruolo che non è il nostro, ma che ci viene appioppato dalla società, dagli amici, dalla famiglia, dal compagno: fidanzati con un bravo ragazzo, laureati, sii felice, trova un lavoro buono, convivi, sposati, figlia, gioisci della tua realizzazione.
E chi lo dice che per me sia quella la realizzazione?
E chi dice che io mi debba realizzare necessariamente con quella persona perché sembra tanto perfetta, quando, in realtà, non è adatta a me?
Perché mi devo sentire colpevole se, pur avendo davanti una bellissima persona, mi rendo conto delle inconciliabili differenze che generano problemi razionalmente non spiegabili.
E chi lo dice che, siccome stiamo insieme da una vita, dobbiamo stare insieme per la vita?
è buffo come cambino le cose: quando ero oppressa da una storia, che per molti era la realizzazione del sogno d'amore romantico, tutti mi consideravano molto normale e io pensavo di avere qualcosa di sbagliato. Mentre adesso che mi esprimo in una nuova dimensione dando più importanza alla mia persona, sentendomi finalmente in pace con me stessa, la gente mi considera strana.
Mi sfugge la legge in cui si dice che bisogna essere conformati in tutto. Anche nell'amore, anche nel regno dell'irrazionale.
Io non sono riuscita ad adeguarmi, andare incontro alla propria natura è una questione di sopravvivenza, e non credo che sia stata una sconfitta, anzi credo che sia stata una delle mie più grandi vittorie.
In fondo, è la stessa cosa che ha fatto il mio ex tradendomi.
Voglio sottolineare inoltre che se una cosa è comune o accade a molti non significa che sia sana e naturale per tutti.
Siamo tutti diversi, quindi ciò che può far bene a me può essere tossico per un altro, ed è valido in termini di cibo, allergie, relazioni, obiettivi di vita..
Dalla mia posizione di esperta nel settore -avendo reiterato più e più volte i miei errori- vedo un sacco di gente, che rincorre cose che non si adattano alla loro natura. Li fiuti da lontano quelli così: sanno di instabilità, determinazione inutile e timori.
Cercano evasione, conferme, anestetici per i tormenti dell'animo che scalpita in cerca di libertà. E poi tornano sui loro passi afflitti da tutto ciò che si muove nell'ombra della psiche e che fa paura.
Per molti sarà sempre un momento difficile, il momento sbagliato, non c'è mai l'occasione giusta per fare i bagagli e andare per la propria strada.
Non esistono scuse abbastanza valide per essere felici.
Parola mia che ho dovuto aspettare di essere cornuta e mazziàta (bastonata) prima di rendermene conto.
Non esistono scuse abbastanza valide per continuare ad essere infelici.
solo la codardia